Nel 1981 il filosofo Gerd Achenbach in Germania ha avuto un’intuizione sul ruolo effettivo della filosofia, che, mentre ai tempi dei Greci era parte integrante della vita e della società, si era ritrovata progressivamente richiusa tra le mura delle istituzioni accademiche senza riuscire a comunicare con il mondo. Achenbach riteneva che il filosofo dovesse invece mettersi a disposizione delle domande delle persone realtive alle questioni più basilari della loro vita come ad esempio: “Chi sono veramente?” “Che senso hanno la vita, la morte, la sofferenza?” “Come posso perseguire la felicità?”
Qualche anno dopo, nel 1992, il filosofo francese Marc Sautet ha deciso di portare la filosofia fuori dall’ambiente accademico ed ha fondato il primo caffè filosofico presso il Café des Phares in place de la Bastille a Parigi. Sautet riteneva che la filosofia fosse uno strumento potete, proprio come la proponeva Socrate, ovvero nelle sue forme di dialogo che conduce all’essenza dei concetti e delle definizioni. Per questo, portarla nella quotidianità delle persone era una possibilità per capire il mondo d’oggi e per instillare nelle persone nuove domande in grado di trovare nuove risposte ai problemi contemporanei. Negli stessi anni, negli Stai Uniti sarà Lou Marinoff con il suo best seller Platone è meglio del Prozac ad inaugurare il dialogo filosofico come supporto al senso quaotidiano della vita delle persone.
La filosofia come la intendono questi eminenti accademici è accessibile a chiunque perché si gestisce con linguaggio alla portata di tutti e consente a tutti di esprimere la propria opinione. Il dialogo inizia sempre chiedendosi “Che cos’è?” riferendosi al tema del giorno e la discussione aiuta ad arrivare una definizione valida per i presenti.
Le pratiche filosofiche di gruppo si rivolgono ai contesti organizzativi come scuole, università, aziende, enti ed associazioni. Sono esperienze che durano solitamente da una a quattro ore e che vengono impostate su temi decisi da chi promuove l’evento, che possono essere generici (la libertà, la pace, la giustizia, il coraggio ecc.) oppure specifici (l’empatia, il diritto alle cure, bioetica, biodiritto, il senso della professione, la consapevolezza del ruolo, l’empowerment). Dopo un’introduzione iniziale sul tema, che può avere durata variabile, si procede con una pratica filosofica scegliendo un metodo di dialogo, più o meno strutturato, in base alle esigenze dell’ente ospitante, che porta a discutere costruttivamente e formulare definizioni condivise.
Vi sono anche esperienze più conviviali come i caffè filosofici, che procedono nella stessa modalità, tenendo un profilo altrettanto filosofico, ma meno tecnico nella scelta dei temi e nella conduzione dell’intervento: l’obiettivo è sempre il dialogo costruttivo per giungere a definizioni condivise.
Perché andare da un filosofo? Questa è la domanda che giustamente si pongono le persone che non conoscono le pratiche filosofiche, di cui la consulenza filosofica è una possibilità metodologica.
In questo caso il consultante si presenta dal filosofo da solo e, partendo da una problematica contingente, dialoga con lui per arrivare a formulare una domanda esistenziale relativa alla sua vita, le tematiche più frequenti sono le seguenti: diversità e inclusione, ricerca del senso dell’esistenza e del dolore, senso delle relazioni con gli altri, etica del comportamento e bioetica. Esempi di domande esistenziali:
- “Mi sento diverso dagli altri, che significato ha questa diversità nella mia vita?”
- “Sono malato e mi chiedo perché è successo a me?”
- “Assisto a tempo pieno un familiare malato e mi domando che senso dare ora alla mia vita in vista di un futuro incerto?”
- “Ho subito un grave lutto, come posso dare senso al mio dolore?”
- “Mi capita di essere in conflitto e non vivo bene in questa situazione, come posso cambiare la visione delle mie relazioni?”
- “Credo che i miei comportamenti verso gli altri siano corretti, ma non mi sento trattato con la stessa correttezza. Dipende dalla mia visione morale delle relazioni?
- “Mi trovo a riflettere su temi di bioetica (testamento biologico, donazione di organi, procreazione medicalmente assistita, sospensione delle cure, eutanasia ecc.) e vorrei comprendere come mi voglio porre su questi temi in base alla mia visione del mondo”.
La consulenza filosofica è solitamente un percorso breve, infatti ci si pone l’obiettivo di risolvere la domanda esistenziale in una decina di incontri, ma la durata può variare in base alla situazione individuale e alle esigenze del consultante. Gli incontri possono svolgersi sia in presenza che online.
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